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SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI (presenti nel presente, qui ed ora), NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza) - Gesù di Nazareth -

Cenerentola

CENERENTOLA




LE PIÙ FAMOSE E DIVERSE VERSIONI DELLA CENERENTOLA IN TUTTO IL MONDO E DA MOLTISSIMI SECOLI:

CENERENTOLA - Mondo occidentale:
- versione dei F.lli Grimm
- versione di C.Perrault
- versione della Walt Disney
YEN HSIEN - Cenerentola Cinese
LA GATTA CENERENTOLA - Brasile
GLI ZOCCOLI D'ORO - Cenerentola araba
TAM E CAM - Cenerentola Vietnamita
VASSILISSA LA BELLA - Russia
LA PICCOLA HAVRUSHEKA - Russia
IL VASO FATATO - Cenerentola Araba
KARI, VESTE DI LEGNO - Norvegia






LO SAPEVATE CHE ... CENERENTOLA
INTRODUZIONE:
Cenerentola è una delle fiabe più note e amate nella cultura occidentale, tanto da farla diventare spesso banale e superficiale. La versione a noi più nota è dei fratelli Grimm; come versione standard moderna, però, si deve probabilmente indicare quella narrata nell'omonimo film d'animazione di Walt Disney, ma in realtà si trovano versioni della Cenerentola nell'antico Egitto e nella più antica cultura Cinese!!! Infondo le donne fin dall'antichità sono state nella maggioranza delle Cenerentole, delle schiave, delle sottomesse mentre la principessa era soltanto Una, la regina, la Dea. Ma esiste anche una Cenerentola nell'anima, il nostro istinto femmine schiavo di quello maschile, la nostra spiritualità segregata dalla materialità. In questa fiaba c'è da riscoprire tanti altri sensi e valori a cui è dedicato questo album !!!


UNA MENTALITÀ ORFANA DI MADRE, DEL FEMMINEO
Da secoli viviamo in una società che conosce il Dio Padre che però non ha una Sposa alla pari (la vergine Maria è Madre ma in maniera diplomatica e politica non passionale quindi tanto meno Sposa). Questo archetipo è l'inizio di Cenerentola: " C'era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli donava alla sua adorata bambina qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, un cucciolo, un cavallo..... Tuttavia capiva che la piccola aveva bisogno delle cure di una madre". Questa madre mancante è proprio il femmineo, l'intuito, la saggezza spirituale. Senza una madre è normale che si creino religione che sono senza casa terrestre e promettano il cielo, non conoscono la madre natura. Ci fanno sentire sempre inadeguati nel nostro mondo.



CENERENTOLA SERVA DELLA MATRIGNA VANITÀ
Prosegue la fiaba: Il padre si sposò perche voleva che la bimba avesse una madre e sorelle, ma morto lui la matrigna mostrò la sua vera natura. Era dura e fredda, e molto invidiosa della dolcezza e bontà della sua figliastra, perché queste qualità facevano per contrasto apparire le sue due figlie, Anastasia e Genoveffa, ancor più meschine e brutte.... il significato psicologico è semplice:
Cenerentola si presenta come una bambina viziata a cui il padre dà tutto, anzi le manca una mamma e persino si sposa non per amore, ma col proposito di dare alla bambina una madre. Noi spesso viziamo i figli nel nome dell'amore, credere che non far mancare loro nulla è segno di sicurezza invece è il contrario: non insegnarli a vivere la mancanza è renderli insicuri. Il padre così consegna Cenerentola nella mani della Matrigna, la falsa figura del femminile psichico (sia in donne che in uomini: il senso del credere che tutto sia dovuto, quindi essere viziati). La matrigna a sua volta ha due figliole quindi gelose: Cenerentola in questo contesto è la triste immagine perfetta di un anima smarrita senza madre nè padre, orfana (simbolo di chi non ha un senso esistenziale) e in preda ad una falsa famiglia: il modello sociale, la mentalità comune e il consumismo che alla fine ci usa, questo il senso di un anima Cenerentola. A livello sociale siamo tutti Cenerentole: la mamma società non si cura di noi, anzi ci mette al suo servizio e non si cura che del bene delle sue brutte figlie: consumismo capitalista ed apparenta sociale. Il padre, cioè la ragione della vita, è morto, quindi siamo destinati a patire la servitù di una famiglia dominante (come lo è la politica e la religione). Lo stesso capita nella vita di coppia.



LE SORELLASTRE CATTIVE
In diverse fiabe appare l'archetipo della figura negativa del femmineo, non più come strega o come matrigna, ma nel suo doppio ruolo: le sorellastre invidiose e perfide (quelle di Cenerentola, di Bianca neve, di Vassilissa, ecc... ). E' da tenere presente che queste tracce negative sono in tutti noi, ci indicano la strada da seguire e non quelle da imitare, grazie a queste perfide streghe matrigne e sorellastre vengono fuori le potenzialità dell'anima di Cenerentole, di Vassilissa, di Bianca Neve. Spesso noi nell'esistenza siamo orfani, cioè incapace di riconoscere il senso della vita, adottati da un modo di vivere che non è il nostro, quindi una famiglia con sorellastre e matrigne, tipico simbolo dell'anima senza spiritualità, del cuore senza un amore, di una mente senza consapevolezza, di una società senza principi nè valori: "Le sorellastre andavano riccamente vestite (l'apparenza, il materialismo, la superficialità nostra), mentre la povera ragazza (l'anima, la consapevolezza e la vita interiore) era costretta ad indossare un vestito semplice e grossolano, ed un grembiule, e a compiere in casa tutti i lavori più pesanti". E' la pesantezza della vita, la schiavitù di servire un mondo, un destino incerto, una religione, un governo, una società ingrati, sleali, crudeli ed infedeli... sono tutti loro false sorellastre e matrigne. Sia nella religione che nella politica spesso ci dicono che siamo fratelli, ma non è vero sono fratellastri perfidi che ci sfruttano senza pietà.



UNA VITA DA CENERE ... CENERE+NTOLA 
La condizione servile di Cenerentola è la più comune alla maggioranza delle persone, una vita da Cenere perchè si occupava dei lavori domestici, come spazzare la cenere, mentre matrigna e sorellastre la osservano. La classe operaia è Cenerentola, la donna o l'uomo che è servo dei capricci della persona amata a cui deve solo assistere e spazzare i sui capricci senza mai essere corrisposti o considerati sono anche loro delle Cenerentole; I presunti sapienti delle religioni a cui era riservato lo studio e la conoscenza mentre i fedeli rimanevano nell'ignoranza ecco di nuovo i due mondi di Sorellastre contro Cenerentole. E che dire di chi ignora la sua anima, la sua spiritualità, il suo mondo interiore e serve soltanto il corpo e i suoi piaceri? sono persone con un anima da Cenerentole e una vita improntata sulla fisicità da Matrigne stregate e sorellastre perfide.


L'INVIDIA CONTRO CENERENTOLA 
Molte persone quando non sanno cosa fare con la loro vita, non possono far altro che dedicarsi a distruggere quella degli altri (così come matrigna e sorellastre voleva ridurre l bellezza e bontà di Cenerentola a pezzi). L'Invidia nasce da una grande mancanza di personalità, il non sapere essere se stessi ci porta a confrontarci continuamente con gli altri: se l'altro vive meglio di me, se ha una casa migliore della mia, se il suo partner la vuole come il mio, se è bella di più me, se si veste alla moda e via dicendo all'infinito. L'invidia corrode il pensiero come la ruggine il ferro: L'invidioso soffre di un complesso d'inferiorità e non trova altri mezzi per sopravvivere che vedere gli altri dall'alto delle sue illusione avvelenate. Sappi che se qualcuno ti invidia è perchè inconsciamente ti loda (e lo sapeva Cenerentola di essere più buona we nobile delle altre 3 perfide parente acquisiti come batteri). Chi ti critica senza amore (quindi in maniera distruttiva) è perchè vorrebbe amarti e non ce la fa: tu sei meglio di lui e questo non gli va giù. Chi ti vuol bene è contento che tu sia buono, bello, bravo, ricco, non si confronta mai con te, perchè sa essere se stesso e questo gli basta. L'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa confessare perchè è un odio sottile che non si vuole riconoscere per questo spesso chi ti invidia finge di apprezzarti e ti fa falsi sorrisi stretti di convenienza costretta. L'invidia è la religione dei mediocri : vogliono farsi lodare dagli altri senza nessun merito.


CENERENTOLA SOGNA BALLARE SENZA LA SCOPA
Dice la fiaba: "Giunge in tutta la città la notizia che a corte si terrà un ballo, organizzato dal re, durante il quale il principe potrebbe scegliere la sua promessa sposa". Il ballo o la danza già dai tempi delle danze rituali nelle tribù è un archetipo in cui il corpo ripropone la figura archetipica che sta alla base del rito: il singolo individuo trascende il suo Sé corporeo, per fondersi con il suo Sé Spirituale, ovvero con il Sé Spirituale del gruppo e poi per ritrovarsi in armonia con un altro corpo, è il dialogo con il corpo, come lo è il sesso. Naturalmente, le sorellastre e la matrigna partecipano al ballo e Cenerentola viene di conseguenza esclusa: se corpo ed anima non sono in armonia è ovvio che siamo esclusi dalla danza dell'universo e della vita, non troviamo armonia con noi stessi, qualcosa ci strappa le vesti (come le sorellastre a Cenerentola per non farla uscire) ci impedisce di partecipare al ritmo misterioso dell'energia cosmica (come la Matrigna che le impone di rimanere a casa a lavorare). Di conseguenza poi non entriamo anche in armonia con gli altri. La vita è dinamica, se non imparate a danzare con lo spirito siete esclusi dal ballo della corte universale.



ASPETTANDO IL PRINCIPE AZZURRO CHE SPAZZERÀ CON LA NOSTRA ANIMA IL SUO CASTELLO
Una rilettura superficiale di Cenerentola ha portato ad un fatale luogo comune e una triste leggenda metropolitana, e cioè che la rilettura della fiaba a livello sociale mette le donne in condizioni di farsi strada soltanto attraverso le aspettative di un uomo ricco da sposare che ti colma di lusso e non devi lavorare. Questo ha dato l'immagine di una donna che si vende, merce di bellezza per comodità, di sesso per posizione sociale e status quo economico. Ma Cenerentola rimane perchè dovrà spazzare il castello del principe, i suoi vizi, le sue meschinità e i suoi capricci, perchè quando si baratta il corpo non si guadagna mai nell'anima ed è questa che può reggere un vero rapporto tra persone. Il principe azzurro è il più falso surrogato al dovere di avere un rapporto dignitoso prima con se stessi che con un altro, altrimenti diventi oggetto di scambio sentimentale e mentale attraverso un corpo impersonale.



IL CASTELLO CHE DIVENTA PRIGIONE
Tutte le donne della corte e del paese, dice la fiaba, fanno a gara di ballo per conquistare le grazie del principe, ma in realtà ciò che la fiaba vuole mettere in risalto è che ciò che conta non è l'amore per il castello ma per il principe. Usare macchine, balli di ricevimento, feste, abiti sontuosi, ville ecc... come un modo di proporsi, è un abbaglio di pessimo ed infantile gusto, perchè ti presenti agli altri per ciò che tu HAI e non per quello che tu SEI. I rapporti non si costruiscono sull'AVERE ma sull'ESSERE. Matrigna e sorellastre di Cenerentola guardano la superficialità (vestiti, carrozze, festa... un po come la maggioranza della società oggidì) per questo molti finisco per essere schiavi di queste cose e perdersi in rapporti utilitaristici, "se ami il castello, finirai per pulirlo e ospitare le amiche del principe", essere Cenerentola a casa in città o esserlo nel castello regale è la stessa cosa, non hai cambiato che la forma e l'apparenza, ma l'anima o sostanza rimane schiava, infelice, triste e perduta.



CENERENTOLA E LA DIGNITÀ DEL SUO LAVORO MAI SPORCO
La nostra società valuta la dignità del lavoro in base alla rimunerazione, quindi più guadagni più sei dignitoso, meno guadagni e più sei Cenerentola, schiavetto, domestica, contadino. La dignità etica invece ci dice che un lavoro è dignitoso quando è ben fatto, quindi se Cenerentola pulisce bene un cesso e lo lascia impeccabile, ha fatto un lavoro dignitoso e degno di lei, ma se sei un ministro o principe azzurro e sei un ladro in cravatta e un bugiardo sopra la ferrari, sei indegno di chiunque ti guardi in faccia. Spesso questi ministri regali e principi azzurri e persino semplici matrigne o datori di lavoro o capi reparti sorellastre, ci guardano dall'alto in basso, senza sapere che se loro si siedono con piacere sul cesso pulito del loro palazzo è grazie alla Cenerentola. Se non avete in mente e in cuore questo valore, noi Cenerentole finiremmo per render omaggio e fare venie agli onorevoli, per chiedere autografi ai principi azzurri e per levarci le mutande per il loro piacere pseudo dignitoso.



CENERENTOLA TRASGREDISCE
Con l'aiuto magico di una fata, la "fata madrina" di Cenerentola, la ragazza viene vestita di un meraviglioso abito da sera e riesce a recarsi segretamente al ballo malgrado il divieto della matrigna... Questo è l'archetipo della trasgressione, del divieto che va infranto, una parte in noi nobile buona e pura (Cenerentola) vuole disubbidire alla legge morale sociale e comune (la Matrigna); la fata invece è il buon senso interiore, l'istinto di crescita che va oltre, come un inondazione difronte ad ogni ostacolo o proibizione. Ma come trasgredire senza inganno?... qui la differenza tra trasgressione e perversione. La trasgressione fa parte integrale e naturale dello svolgersi della passione (è un andare oltre =tras + gredire = andare progredire). Siccome la società è fondata su delle regole, il trasgressore spesso va oltre e le infrange ed è da cui dove spesso la trasgressione acquista un senso negativo, una connotazione pessimista, ma è proprio il contrario: chi rimane nella vita comune è tale e quale, non scopre nulla di nuovo, non va oltre, per proGREDIRE esiste il trasGREDIRE. Guardate i grandi geni o condottieri della storia: erano controcorrente, fuori regola, ma non facevano del male a nessuno. La perversione è tutto il contrario (come fanno la matrigna e le sorellastre di Cenerentola).



QUANDO LA NATURA VIENE IN AIUTO
La zucca si alzò lentamente sul fusto, mentre i viticci arrotolandosi si trasformarono in ruote: in un attimo diventò una stupenda carrozza. I topolini furono trasformati in quattro cavalli grigi pomellati che furono subito attaccati alla carrozza. Poi la fata trasformò il vecchio cavallo di Cenerentola in un superbo cocchiere ed il cane Tobia in un elegante valletto. Il vestito strappato diventò uno splendido abito di seta e da sotto la gonna spuntarono delle deliziose scarpette di cristallo, le più belle del mondo.
Quando sei in armonia con la tua interiorità (la fata matrigna) allora tutta la natura e l'universo ti è di aiuto, tutto si trasforma, non sono le cose, come i vestiti, a renderti bella, ma sei tu a rendere bella ogni cosa indossi, ogni cosa tu farai o dirai... Cenerentola è la più bella del ballo non perchè è appariscente ma perchè è se stessa. E' in armonia con la sua magia interiore.



LA ZUCCA COME SIMBOLO DELL'ANIMA
La zucca in Cenerentola ha un doppio significato simbolico, sia del corpo che dell'anima, prima vediamo l'anima: altrove abbiamo detto l'antico significato della zucca, simbolo della rinascita, colma di semi, apparentemente vuota, donde la testa ignorante, ma nella notte dei tempi, come a Halloween, si riaccende di luce, verità, intuizione. Uno zuccone si dice di persona intelligente. La mente però non può essere trainata da topolini, cioè futili pensieri, ma da cavalli, che sono le grandi convinzioni, le potenti verità; anche la veste, cioè la mentalità comune di Cenerentola son stracci, che vengono poi trasformati in abito di seta, ecco le idee brillanti, la bellezza del pensiero. Questo avviene solo quando noi troviamo la Fata, vale a dire la tua voce interiore, il Daimion come dicevano i greci o Lo Spirito Santo come dicono i cristiani. Soltanto con questa trasformazione può andare incontro alla festa della vita e alla scoperta dell'amore, del Principe vero, senza una mente lucida e sicura si va solo al dirupo di una vita mondana e di incontri casuali di falsi amori che giustificano solo la passione. La dopo aver visto la zucca come l'anima vediamo adesso la zucca come simbolo del corpo.



LA ZUCCA COME SIMBOLO DEL CORPO
Dopo aver visto la simbologia della zucca come la mente la testa e l'anima, adesso vediamola anche come prefigurazione del corpo: La zucca è tondeggiante, ecco l'iniziazione del corpo che prende le curve, le forme, il corpo di bambina si trasforma in corpo di donna, la carrozza, bello forte, non può trascinato dagli sfizi capricciosi di topolini, ma dalle passioni travolgenti di cavalli. Sono questi istinti vitali che portano Cenerentola alla ricerca del Principe, è la natura dell'iniziazione sessuale in ogni essere umano, uomo o donna che sia. Ma se questa trasformazione avviene nella consapevolezza, donde la Luce della Fata, allora la coscienza (Cenerentola) sa che il corpo è un mezzo e non un fine, ecco perchè sa che c'è il coprifuoco, c'è un ora di rientro a casa, quindi a non fermarsi sull'adorazione dei festini , delle apparenze e del lusso fisico. Dunque godetevi il corpo e la sua passione senza però lasciarvi trascinare da esso fino a rimanere fuori di casa, fuori la vostra consapevolezza, senza l'anima. C'è un ora di rientro sempre in se stessi e chi è spirituale lo sa e non scende a compromessi, scappa, fugge all'ora del bisogno dell'anima, torna a casa.







TANTO VA LA CENERENTOLA AL BALLO
FINCHÉ CI LASCIA LA SCARPA


"Al ballo attira l'attenzione del principe. Poiché l'effetto dell'incantesimo è destinato a svanire proprio a mezzanotte, Cenerentola deve fuggire di corsa al rintocco, ma nella fuga, perde una scarpina". 


(L'archetipo e simbolo delle scarpe l'ho spiegato nella fiaba del mago di Oz)










SCARPE, EMBLEMA DEL FEMMINEO 


La scarpa ci permette di camminare nei terreni duri, di stare comodi, di rialzarsi da terra (è la forza psichica dei tacchi a spillo) per "credere" di essere all'altezza di diverse situazioni; per secoli anche la donna è stata segregata in casa quindi in ciabatte, mentre poter dare a lei la possibilità di uscire, farsi carriera e vivere da sola ha creato in lei un riflesso personale sulle scarpe, quasi un feticcio. La scarpetta della Cenerentola indica come la donna lascia al maschile (il principe, quindi la forza sociale, la legge, il destino, la sua mancanza di esternare le forze femminile) il potere di decidere su di lei e sul suo destino, tanto per dirlo con una frase: "dimmi che scarpe indossi e ti dirò dove vai!"







CERCHIAMO UN PARTNER CHE CI CALZI A PENNELLO ? 

"Devo andare" gridò Cenerentola e, liberando la sua mano da quella del principe, attraversò il palazzo e scese di corsa lo scalone, inseguita dal principe. Una scarpetta di cristallo le si sfilò correndo. Il principe, ormai innamorato, trova la scarpina e proclama che sposerà la ragazza capace di calzarla.
Il principe in questo caso scambia l'anello per la scarpa, l'anello come la scarpa ha una misura, si sa che chi la calza e chi lo infila è il proprietario... spesso noi cerchiamo una persona a "nostra misura" ma le vogliamo far entrare nelle nostre scarpe e non in quelle proprie della persona. La scarpa come l'anello in segno di vincolo d'amore sintetizza la personalità. La scarpa è di cristallo, quindi fragile come lo è la personalità di ognuno di noi, averla in mano è una responsabilità degna solo di un anima regale.







SCARPE DI CRISTALLO PER ANIME DI VETRO

Le scarpe di cenerentola erano di cristallo (non sono da ballo, si romperebbero), quindi niente di più fragile, è il simbolo sia della trasparenza che della tenerezza di un anima pura, impossibile indossare tali scarpe per una personalità grezza, immatura, insensibile. Quel che resta davvero di noi è questa essenza spoglia, come i piedi scalzi: Tutto ciò che rimaneva di quella magica serata era la scarpetta di cristallo che brillava al piede di Cenerentola. Molti vorranno farci indossare le loro idee, farci calzare i loro sogni, ma se non riconoscete lo spazio in cui si possa infilare il piede della vostra vita, fuggite da qualsiasi principe azzurro. Come fidarsi di un principe che ha passato con voi tutta la serata a guardarvi negli occhi e si ricorda solo delle vostre scarpe?








TUTTI VOGLIONO ESSERE LIBERI MA POCHI SANNO ESSERE GIUSTI


"Alcuni incaricati del principe girano dunque per il regno facendo provare la scarpina di cristallo a tutte le ragazze in età da marito, incluse le sorellastre di Cenerentola. Queste cercano di ingannare il principe tagliandosi le dita dei piedi e il tallone per cercare di indossare la scarpetta". Niente di più attuale: oggi tanti si spersonalizzano pur di voler entrare nelle scarpe del principe della società, dei bulli della comitiva, per farsi amare da un partner si privano di desideri fantasie spazi; ci si taglia dita e calcagna per entrare nella vita assurda degli altri, per farsi accettare, capire, voler bene. Oggi vediamo una folla di persone che usano le scarpe (personalità) che non sono loro, fanno finta di essere degne di un Principe e di conseguenza la società cammina a stento, zoppica.





L'ANIMO REGALE DI CENERENTOLA 
Ciò che avrebbe reso regina cenerentola era la possibilità di indossare una scarpetta piccola, cioè l'umiltà, il piede piccolo (secondo l'origine cinese della fiaba) era simbolo di umiltà, di bontà, di dignità, i cinese lo chiamano "piede di loto". In realtà il senso più profondo della fiaba non è la realizzazione personale a livello sociale ed economico (come superficialmente si pensa e si sogna: diventare regine, abitare un castello, sposare un partner ricchissimo, uscire dalla cucina ed avete la domestica propria), ma ritrovare attraverso la propria dimensione maschile (la razionalità e la certezza simbolizzati nel Principe) la propria autostima personale e la grandezza della propria anima (la regalità di cenerentola, il femmineo). E' ovvio che in una società materialista pochi colgono questa rilettura della fiaba e puntano piuttosto su quell'illusione del principe azzurro che ti trasforma da cenerentola in regina (Il famoso film Pretty Woman non è altro che l'ennesima rilettura di una Cenerentola materialista).



QUANDO CI SI INNAMORA NON SI HA SCARPE PER NESSUN ALTRO PIEDE CHE NON SIA QUELLO DELL'AMATA
"Il giorno successivo, alcuni incaricati del principe girano dunque per il regno facendo provare la scarpina di cristallo a tutte le ragazze in età da marito, incluse le sorellastre di Cenerentola.... Ma nessuno lo poteva calzare" . La scarpa in questo senso è simboli dell'innamoramento... quando sei innamorato non hai occhi per nessun altro, il cuore è come quella scarpa: non ci entra più nessuno tranne i piedi dell'amata, i suoi passi, ricordi parole mosse, solo l'amato incalza il nostro pensiero.



IL SUPERAMENTO DI SE STESSI
Uno egli insegnamenti più forti di Cenerentola è il superamento che la persona può avere senza restare vittima del destino che magari qualcun altro ti ha segnato e ti costringe a fare. La autostima, la dignità in se stessi e il valore di assumersi la libertà e l'indipendenza in certe azioni, aprono la strada a Cenerentola verso il castello della sua personalità. Lei non dipende nè dalla matrigna (il suo essere incosciente) e neppure da un principe azzurro (non in senso letterale). Il Principe azzurro è la parte maschile psichica dell'intraprendenza che ti sa dare un indirizzo o rotta (ti sa calzare le scarpe giuste) nella vita.






DISTACCARSI DALLA MAMMA PER DIVENTARE DONNA 


In cenerentola la donna può rispecchiarsi nella lotta che esiste quando da fanciulla deve diventare donna, distaccandosi dal modello della madre, per questo disubbidisce, per questo sa che la matrigna è invidiosa della sua bellezza. La matrigna diventa strega proprio perchè non intelligente, si mette nella dinamica di rivalità. I figli trasgrediscono perchè è una spinta naturale a trasformarsi.









LE SORELLASTRE DELLA PSICHE DI CENERENTOLA
Nelle fiabe spesso il personaggio principale vive in una famiglia i cui legami non sono di consanguineità: con la matrigna o il patrigno e le sorellastre, è simbolo psicologico di quando viviamo una vita morta, senza senso, che non siamo al nostro posto o famiglia d'origine. Spesso il bambino vuole l'attenzione del genitore e si sente geloso dell'esclusività che potrebbe averla un altro fratello o sorella, donde il percepire l'altro come intruso, quindi un non vero fratello o sorella di sangue; per questo la fiaba lo rappresenta come sorellastra o matrigna che ruba l'affetto del padre alla figlia: Da un punto di vista psicologico questa possibilità offre al bambino l'opportunità di non essere distrutto dai suoi sentimenti negativi permettendoli di disprezzare un intruso che non è del suo sangue senza sentirsi quindi con sensi di colpa ma giustificato dall'ingiustizia di esclusione da un straniero. La Cenerentola vince questo disprezzo senza disprezzarle, diventa regina senza il loro aiuto, si fa amare non dal padre o dalla matrigna, ma dal Principe. E' il superamento agli amori morbosi edipici che sorgono spesso in famiglia.






2 commenti:

  1. Grazie per questa interpretazione acuta e illiminante!

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  2. "Quando stavano per essere celebrate le nozze con il principe, arrivarono le false sorellastre: esse volevano ingraziarsi Cenerentola e partecipare alla sua fortuna. All'entrata della chiesa, la maggiore si trovò a destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra. Allora le colombe cavarono un occhio a ciascuna. Poi, all'uscita, la maggiore era a sinistra e la minore a destra; e le colombe cavarono a ciascuna l'altro occhio. Così esse furono punite con la cecità per essere state false e malvagie."
    Così termina la fiaba originale, mi sono sempre chiesto il significato di quest'ultima parte, soprattutto la simbologia dell'occhio e dell'inversione fra destra e sinistra, i Grimm non scrivevano cose a caso, quale potrebbe essere l'interpretazione?

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